Rendere i tumori della testa e del collo più sensibili ai trattamenti

Ultimo aggiornamento: 12 luglio 2025

Rendere i tumori della testa e del collo più sensibili ai trattamenti

Titolo originale dell'articolo: MicroRNA-mediated PTEN downregulation as a novel non-genetic mechanism of acquired resistance to PI3Kα inhibitors of head & neck squamous cell carcinoma

Titolo della rivista: Drug resistance updates

Data di pubblicazione originale: 11 giugno 2025

La scoperta di un nuovo meccanismo di resistenza dei tumori del distretto testa-collo apre alla possibilità di ricorrere alla medicina di precisione dove non bastano le terapie convenzionali.

È stato individuato un nuovo meccanismo implicato nella resistenza ai farmaci da parte dei tumori testa-collo. I dati, raccolti in esperimenti con cellule in coltura e animali di laboratorio da un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, aprono la strada alla possibilità di introdurre terapie mirate contro questi tipi di cancro. Infatti, uno dei problemi principali per la cura di queste forme di tumore è la loro tendenza a ricomparire dove si sono sviluppati in origine e a non rispondere ai trattamenti convenzionali. Grazie allo studio, condotto sotto la guida di Giovanni Blandino e con il sostegno di Fondazione AIRC, i processi biologici dietro questa resistenza sono ora un po’ più chiari. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Drug resistance updates.

“Negli ultimi trent’anni, la terapia di riferimento per i tumori testa-collo non è cambiata molto. Sono stati introdotti alcuni approcci di immunoterapia, ma l’avvento della medicina di precisione in quest’ambito non è stato così evidente finora” commenta Blandino. I cosiddetti farmaci di precisione sono medicinali progettati per colpire specifici bersagli molecolari, che possono essere utilizzati contro specifiche neoplasie che hanno determinate caratteristiche molecolari. L’alpelisib è uno dei pochi esempi di terapia di precisione che è stato valutato in studi di laboratorio e in pazienti con tumori testa-collo. Si tratta di un farmaco con un’azione specifica contro l’enzima PI3K, che regola la crescita e la proliferazione delle cellule, il cui gene è spesso alterato in questo e in altri tipi di neoplasie. Ciononostante, alcuni studi hanno mostrato che i tumori testa-collo riescono a sviluppare resistenze contro questa terapia, per motivi che non sono ancora stati compresi del tutto.

“Per molte neoplasie, le metastasi e le recidive sono causate dall’insorgenza di nuove mutazioni genetiche rispetto a quelle che si trovano nel tumore primario” commenta Blandino. “Negli ultimi anni è invece cresciuta la convinzione, supportata dai dati, che nel tumore testa-collo sia coinvolto un meccanismo diverso, di tipo epigenetico.” Così, anziché focalizzarsi sulle alterazioni del DNA, il gruppo di ricerca si è concentrato sullo studio dei microRNA, piccole molecole che interagiscono con i geni e ne influenzano l’attività senza modificarne la sequenza. I ricercatori hanno confrontato i tipi e i livelli di espressione dei microRNA presenti in cellule ottenute da biopsie o chirurgia di pazienti, trapiantate in animali di laboratorio. I pazienti di cui sono stati studiati i campioni avevano sviluppato resistenza all’alpelisib, mentre i campioni di controllo provenivano da pazienti che non erano ancora stati sottoposti ad alcun trattamento.

Secondo i risultati dello studio, le cellule tumorali resistenti mostravano una maggiore presenza di specifici microRNA che inibiscono il gene PTEN. Nel cancro l’attività di questo gene viene spesso contrastata perché pone un freno alla crescita e alla proliferazione. Il gruppo ha cercato un nuovo approccio di cura in grado di ripristinare l’attività di PTEN e interrompere così lo sviluppo della neoplasia. A questo scopo, ha valutato un medicinale già in commercio che interagisce con PLK1, una molecola coinvolta nella via di segnalazione di PTEN. La terapia è riuscita a indebolire e limitare la crescita del tumore testa-collo in colture tridimensionali di cellule tumorali resistenti all’alpelisib.

In futuro, questi risultati dovranno essere confermati in ulteriori studi in laboratorio e nei pazienti. Tuttavia, aver individuato nei microRNA un ruolo nello sviluppo della resistenza e in PLK1, quale possibile bersaglio terapeutico, apre la strada a nuove possibilità di trattamento non solo per i tumori testa-collo. “Ora stiamo studiando il contributo del metabolismo nella resistenza farmacologica” conclude Blandino. “Pensiamo che si integri con il meccanismo individuato in questo studio e che insieme rendano i tumori testa-collo particolarmente resistenti.”

  • Camilla Fiz

    Scrive e svolge attività di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza. Proviene da una formazione in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste, in biotecnologie molecolari all’Università degli studi di Torino e in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi della stessa città. Oggi è PhD student in Science, Technology, Innovation and Media studies presso l’Università di Padova e collabora con diversi enti esterni. Il suo sito: https://camillafiz.wordpress.com/